Marzo, 2014

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Pippo Zarrella “avanza” ancora: terzo al Concorso di Duino. Ha presentato un testo ispirato allo sbarco su Lampedusa di un immigrato e di uno yacht man

zarrella-trieste-cava-de'-tirreni-marzo-2014-vivimediaCAVA DE’ TIRRENI (SA). È un concorso incentrato sull’incontro fecondo e stimolante tra Creatività e Solidarietà, è è considerato dall’UNESCO uno dei più importanti concorsi del mondo riservati ai giovani: è il Concorso Internazionale di Poesia di Duino (Trieste), patrocinato tra l’altro dal Presidente della Repubblica e dal principe Della Torre e Tasso del Castello di Duino.

Sul podio assoluto di quest’anno c’era anche il cavese Giuseppe (Pippo) Zarrella, che si è classificato terzo nella sezione Teatro con un pezzo intitolato Sbarco tu che sbarco anch’io, che, in montaggio alternato e con il racconto in prima persona da parte dei due protagonisti, presenta provocatoriamente le diverse angolazioni di vita di uno snob ricco di soldi e di un extracomunitario che separatamente si avviano allo sbarco a Lampedusa, uno su uno yacht e l’altro su un barcone.

Alla fine nel cuore del lettore sbarcano tanta amarezza, uno schizzo di rabbia, ma anche un sorriso rinfrescante prodotto dallo stile di Zarrella, che, sulla scia dei pluripremiati racconti del plurivenduto e plurirappresentato Avanzi, ha la sensibilità ed il coraggio della denuncia sociale e del viaggio nel cuore degli ultimi, ma anche l’abile intelligenza della leggerezza narrativa e della fantasia immaginativa, che coinvolgono il lettore e generano comunque speranze di un cambiamento.

Questo è stato notato, almeno in parte, anche dalla Commissione Giudicatrice del premio, che ha formulato la seguente motivazione: Con semplicità ed ironia il giovane Zarrella è riuscito a dipingere il tema dell’immigrazione, creando a tinte forti un dialogo muto tra i due protagonisti, i quali, “sbarcando” entrambi sull’isola di Lampedusa, hanno in comune molto di più di quello che si possa immaginare. Il tutto incastonato in una litania infantile che dona spessore all’intera composizione.

Il riconoscimento non si è fermato alla consegna del premio, il 23 marzo scorso, ma continuerà con la pubblicazione dei testi vincitori in un libro bilingue con allegato un CD contenente la recitazione degli stessi nelle lingue originali, il cui ricavato sarà devoluto dalla casa Editrice Ibiskos che lo pubblicherò, alla Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin per i bambini vittime delle guerre. Insomma, una piccola, ma significativa catena di solidarietà.

Intanto Pippo non si fermerà, ma continuerà ad avanzare con i suoi Avanzi, che, messi artisticamente in scena dal magnifico Antonello De Rosa e da un gruppo di giovani attori, saranno rappresentati in alcune rassegne estive.

E chissà che, intanto, il buon Pippo non stia avanzando nel concepimento e/o nel parto del suo secondo libro, per tatuare ancora meglio il suo nome nello scenario culturale cittadino e, soprattutto, oltre le mura di Cava. Sarebbe questo, per lui lo “sbarco” più importante…

Per la terza volta tentano il furto, stanotte asportata merce per circa diecimila euro

negozio-pesca-via-xxv-luglio-cava-de'-tirreni-vivimediaCAVA DE’ TIRRENI (SA). Svaligiato nella notte un negozio di articoli per la pesca in via XXV Luglio, nei pressi di un bar, che alcuni mesi fa, è stato preso di mira dai ladri, per ben due volte. Dalle prime indiscrezioni la stima del danno oscilla dai cinque mila ai dieci mila euro. Ora il proprietario, che ha sporto denuncia agli agenti del commissariato di Pubblica Sicurezza, diretti dal vice questore aggiunto, Marzia Morricone, è tenuto a fare un inventario degli articoli presenti nella sua attività commerciale. Dal negozio, punto di riferimento degli amanti della pesca, è stato trafugato, praticamente tutto il materiale di valore. Canne da pesca professionali, mulinelli di un certo valore e tanti altri articoli necessari per la pratica dell’attività ittica. L’amara scoperta è stata fatta, ieri mattina, quando all’orario di apertura il ragazzo che è andato ad aprire il negozio,ha trovato la saracinesca sventrata e una volta dentro ha capito che i ladri avevano ben piazzato il colpo. Il negozio ha sede di fronte ad una strada ad alta percorribilità ed i ladri per passare inosservati hanno agito, molto probabilmente, facendosi coprire da una vettura o da un furgone parcheggiato a “mestiere” proprio davanti al negozio. La saracinesca che oltre alle due serrature laterali è munita di un aggancio centrale con lucchetto, è stata sventrata. Per il grande quantitativo di materiale portato via dal negozio, che aveva un vastissimo assortimento, i ladri hanno, quasi sicuramente, dovuto agire in gran numero. Tre o più di loro a bordo di un furgone o un paio di macchine, si sono dati alla fuga senza lasciare alcuna traccia. Non si esclude, però, che qualche telecamera della zona abbia potuto riprendere i movimenti dei malviventi o le targhe delle vetture con le quali si sono dileguati. Intanto, sempre nella stessa zona, diversi mesi fa, la titolare di un bar ha subito due tentativi di furto nel giro di poco tempo. L’ultimo tentativo, quando già avevano rotto la porta di ingresso e solo la presenza di un’automobilista che, nel notare qualcosa di strano, indietreggiò con la sua macchina, mettendo in fuga i malviventi.
(a.f.)

Una “SERA CAVESE” dei primi anni sessanta di Lucio Barone

E’ una sera del 1964. Al ridotto del Cinema Capitol (oggi rudere indecoroso) viene presentato un libro di poesie “Occhi neri” ed. “il castello” cava de’ tirreni, a firma Rajeta, pseudonimo di un giovane universitario, Lucio Barone. Era stato lui a invitarmi; sapeva del mio amore per la poesia e dei miei primi versi. Ci andai… e il libro è qui, mentre scrivo, fra le mie mani. Rajeta, scelta che rileva l’amore di Lucio per Raito e per Vietri sul mare, suo luogo di nascita, ma egli è stato, ed è ancora nell’amoroso ricordo di noi tutti, cittadino cavese. Lucio Barone ci ha lasciato troppo presto e bene hanno fatto i colleghi giornalisti a intitolare l’ Associazione Giornalisti Cava Costa d’Amalfi “Lucio Barone” .“Occhi neri, un ingenuo, delicato libricino che diventa preziosa testimonianza se non di un “poeta laureato”, ma di un coltivato amore puro e tenerissimo per la poesia. Specchio anche di un’epoca: la prefazione porta la firma di un altro giovane universitario nonché amico di Lucio, Tommaso Avagliano, futuro insegnante di materie letterarie e editore. Sono poesie semplici, acerbe e come tali non immuni da pecche, che però denunciano letture colte: in primis “ IlPorto Sepolto” di Giuseppe Ungaretti. Sarebbe un errore, quindi, da parte mia anche una seppur timida lettura critica: il mio vuole essere solo un pubblico grazie ad un giovanissimo, allora Lucio aveva solo 23 anni e frequentava la Facoltà di Scienze Politiche, per aver lasciato il segno di questo suo amore per la scrittura poetica. Di là da risultati o riconoscimenti. In verità Lucio Barone, nel 1977 pubblicherà un altro libro di poesia “Ritmi di paese” senza prefazione alcuna, ma impreziosito da disegni di Antonio Petti. Non so se ne abbia pubblicati altri. Questi sono gli unici che posseggo. Tra le poesie di “Occhi neri” ho scelto questa brevissima

SERA CAVESE

C’è pace
finalmente
in questo luogo
all’imbrunire,
pace per me
che vago con gli occhi
sulla distesa
di questa città
cinta di monti.

estate ‘63

libro-Lucio-Barone-RAIETA-cava-de'-tirreni-vivimedia

Eccola Cava dei primi anni ’60 in una sera d’estate che volge al termine. Durante il giorno, forse una domenica, vi è stata tanta gente “in piazza” come nostra inveterata abitudine e ora al tramonto (all’imbrunire) ritorna la pace e con essa la città ritrova una più genuina dimensione umana: è possibile allora lasciarsi andare a un più intimo sentire e regalarsi con lo sguardo (vago con gli occhi) lo spettacolo di quest’amata città, serenamente distesa, racchiusa come in uno scrigno (cinta di monti). Un bozzetto delicato, realistico e al tempo stesso intimista. Sera Cavese è un ricordare quegli anni, un tracciare un piccolo segmento, parziale e forse ingenuo, che contribuisce però ad annodare il lungo filo della memoria collettiva. La piccola, grande per noi, storia della nostra Cava. E’ anche questo il dovere di chi scrive e di chi ha scritto prima di noi e, mi auguro, di chi ancora vorrà scrivere.

Ai ”… Predinner del yourself“ … CHIACCHIERE E COFECCHIE …”

predinner-marzo-2014-cava-de'-tirreni-vivimediaCAVA DE’ TIRRENI (SA).  Ritornano i “Predinner del … yourself” appuntamenti eno-culturali condotti da Antonio Di Giovanni ,con la collaborazione di Marisa Annunziata.Il libro che si presenterà sabato 29 marzo alle ore 18,presso il lounge-bar “yourself” a Cava de’ Tirreni è “Le imprese eroi-comiche di Assunta e Titina, ovvero le chiacchiere e le cofecchie di due amiche che non si sono mai date per vinte nella vita”scritto da Mariano Fusaro che parteciperà alla serata, e Ferdinando Sarpa.- Edizioni il Papavero.Un titolo alla Wertmüller per un libro, redatto in chiave comica in un napoletano italianizzato,che racconta i vizi e i problemi che attanagliano Napoli, e non solo, attraverso le avventure di due amiche, due prostitute ultra ottantenni che ancora ne combinano di tutti i colori. L’obiettivo è puntare i riflettori su questioni attuali e ancora accese che attanagliano il nostro paese e alle quali ci siamo assuefatti fino al punto di non riconoscerli neanche più. Così le due donne si avventurano, capitolo dopo capitolo, nel mondo della disoccupazione, del gioco d’azzardo, della prostituzione, della pornografia e tanto altro. Il gioco dell’ironia, del grottesco, della caricatura viene utilizzato per suscitare scalpore e riaprire antiche ferite nella speranza di richiamare l’attenzione del pubblico. Così capitolo dopo capitolo le risate si impossessano del lettore e anche le giornate più tristi si colorano di buon umore. Una nota malinconica ma preziosa è la dedica del libro “ Ad ALMA”, per sottolineare l’amore che univa Mariano al suo cane, perché spesso gli animali sono più veri di tante persone.Al libro verrà abbinato un vino Aglianico campania IGT Castagnaro dell’Azienda MierVini di Taurasi (AV)

Un appuntamento da non perdere quindi,per passare una serata all’insegna dell’allegria,della cultura e del buon bere.

Scoppia a Cava la moda del “selfie”. Timori e perplessità da parte degli addetti ai lavori

selfie-(2)-vivimediaCAVA DE’ TIRRENI (SA). Anche a Cava sembra essere scoppiata la moda del “Selfie”, autoscatto da pubblicare sui social,che dovrebbe servire a condividere momenti di serenità ,di gioia e di partecipazione soprattutto tra gli i ragazzi .Ma per molti ,questo, almeno nelle intenzioni iniziali,goliardico momento, sembra essere diventato un incubo per molti adolescenti , ma soprattutto per i genitori ,che, troppe volte ignorano o fanno finta di ignorare .Infatti sembra che negli ultimi tempi , molte ragazze si siano trovate ,con foto ,anche “particolari” al centro del gossip cittadino e ,visti i precedenti di troppe ragazzine che hanno preferito farla finita pur di evitare la gogna mediatica, sarebbe il caso di fare molta attenzione ,da parte di Istituzioni,soprattutto la scuola,famiglia,Forze dell’Ordine, molto attenti in questi casi , e soprattutto ,per i ragazzi evitare foto … equivoche.

“Essere sempre connessi con il mondo-ha dichiarato Walter Di Munzio Psichiatra, direttore DSM area centro e sud della ASL Salerno- a volte significa essere ancor più soli con se stessi. E’ questo il dramma di molti giovani dell’era di internet. Il selfie è una delle nuove forme di trasgressione e di esibizionismo giovanile. Sostituisce i colori sgargianti dei giovani del secolo scorso, anche se sono trascorsi solo pochi decenni, ma sembra proprio un tempo enorme. La spinta emotiva è costituita dalla falsa convinzione di essere nell’ambito di un privato inaccessibile di cui possiamo avere il controllo totale,in cui possiamo permetterci tutto protetti dall’anonimato mentre invece ci si trova in una piazza virtuale esposti alla vista di un mondo sconfinato, morbosamente attento, incontrollabile e sconosciuto.

Questi giovani rischiano tantissimo. Potrebbero ritrovarsi all’improvviso oppressi da sensi di colpa e da quelle insopportabili forme di persecuzione e ricatti sia da parte di adulti che di coetanei smaliziati e aggressivi. All’esibizionismo segue allora una chiusura depressiva pericolosa e potenzialmente autolesionistica. Hanno bisogno di ritrovare quei luoghi tradizionali dell’incontro in cui esprimere le normali relazioni tra pari, solo con le quali si cresce e si possono scambiano utilmente esperienze di vita.Un antidoto certo a questi rischi è la cultura, l’impegno civile, la pratica della solidarietà, ma anche lo sport e la vita di gruppo. “Dobbiamo seriamente cominciare a ragionare – secondo Alfonsina De Filippis Presidente FRIDA associazione che si occupa dei disagi delle donne – di questo nuovo fenomeno. Quello che mi preoccupa, indipendentemente se le notizie di questi giorni siano o meno veritiere, è questa voglia che hanno gli adolescenti, soprattutto le  ragazze, di mostrarsi, di usare il proprio corpo come strumento per socializzare. Io non sono una sociologa, neanche una psicologa, ma credo che sarebbe il caso di cominciare ad affrontare il fenomeno in modo serio.Di certo il “selfie”in sè non va demonizzato  e credo che qualunque tentativo di bloccarlo, non sortirebbe nessun risultato,del resto anche il Papa si è divertito a fotografarsi.Il problema vero è che non tutti/e ne fanno un uso simpatico, goliardico.Ora la mia domanda è: come può essere che ancora i nostri ragazzi e le nostre ragazze non siano in grado di considerare i pericoli della rete? Come è possibile che i nostri adolescenti dichiarino di non sapere che la “rete”, internet, i social network , se usati con superficialità, possono diventare pericolosi? Meditiamo e…attiviamoci…..” Un problema che impone quindi una riflessione ,ma soprattutto una intensa opera di prevenzione ed anche di repressione per non permettere altre ,forse evitabili tragedie.