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In porto la XIII edizione del Concorso “Maria SS. Dell’Olmo”, targata Solidarietà

CAVA DE’ TIRRENI (SA). È stata caratterizzata da una fusione calda di tradizione, di novità e di batticuore della memoria, la XIII edizione del Concorso Nazionale di Poesia e Prosa Mariana “Maria SS. Dell’Olmo”, indetto dal Convento dei Padri Filippini della Basilica dell’Olmo di Cava de’ Tirreni, la cui premiazione si è svolta domenica 3 settembre all’interno della Chiesa.

La tradizione è nel radicamento stesso del Concorso, ancora una volta arricchito da opere di qualità provenienti da varie parti d’Italia, non solo dalla Campania. Non a caso, dei sette premi del podio (tre per la Sezione “Prosa” e quattro per la Sezione “Poesia”) uno è andato alla calabrese Stefania Serpe e ben quattro hanno varcato lo Stretto. E tra i tre segnalati c’è Elio Marini, di Fondi (Latina), che tra l’altro fu a suo tempo il vincitore della seconda edizione. È un radicamento extraregionale che nasce innanzitutto dall’argomento mariano (che conserva per i credenti un fascino incrollabile e quest’anno, legato al tema Maria Madre dell’Ascolto, aveva un ulteriore e attuale appeal), ma ha un suo logico fondamento anche nell’azione dinamica del Parroco Padre Giuseppe Ragalmuto e nella scia luminosa che oltre vent’anni fa lasciarono in Sicilia i cari e compianti Padre Silvio Albano e Padre Raffaele Spiezie, prima di essere trasferiti alla Basilica dell’Olmo di Cava.

Le novità sono state varie e succose. Per la prima volta il primo premio nella Sezione Poesia è stato assegnato, sia pur ex aequo, ad un testo in vernacolo, Tu me siente, del vietrese Alessandro Bruno, un brillante e pimpante talento emergente, che per di più con i suoi trent’anni è il più giovane vincitore di sempre ed è il primo maschio “medaglia d’oro” dopo undici edizioni. La sua poesia è una appassionata e sommessa preghiera, un dialogo interiore col divino che crea un suggestivo ponte con l’umano, sia nel ricordare le sofferenze infinite che Maria come donna e come madre dovette affrontare, sia nel proporre Maria come modello di altruismo e di ascolto nonostante i suoi dolori, in alternativa alla terrena concentrazione intorno al nostro ombelico che ci avvolge quando abbiamo un cruccio forte che ci tormenta.

L’altra vincitrice ex aequo è la siciliana Palma Civello, una campionessa ormai abbonata alle palme mariane, tra cui la vittoria nelle ultime quattro edizioni del Premio. Ha prevalso con la lirica Ascoltando sussurri d’amore, un’invocazione a tinte calde ricca di fede tenera e intensa e nello stesso tempo di un occhio evangelico a protezione dei dannati della terra. La Civello non si è fermata alla poesia, ma ha anche vinto, da sola, il primo premio nella Sezione “Prosa”, proponendo il racconto Un diverso ascolto, storia di un sacerdote in depressione per il montare di una pesante sordità fisica, che ritroverà energia d’amore nell’opera di accoglienza e assistenza ai migranti, in un incontro che non ha bisogno di parole, ma di sguardi solidali e mani tese di fratellanza.

In questa sezione “Prosa”, en plein dei siciliani. Seconda, Maria Rita Campobello, new entry lo scorso anno e confermatasi alla grande con Shemà Israel, un intenso e appassionato viaggio nel cuore di Maria al momento della scelta di maternità. Terzo, con Perché dire di no? (un vivace parallelo tra la scelta genitoria di una coppia e quella di Maria) Toti Palazzolo, palermitano di residenza, cavese di adozione per l’amicizia a suo tempo con Padre Silvio e Padre Raffele in Sicilia e ora con la Basilica dell’Olmo a tempo pieno, qui in loco o semplicemente nel cuore.

Nuove entrate nella Sezione “Poesia” anche la seconda e la terza classificata, la calabrese Stefania Serpe (con Ecco tua madre, un ricamo poetico sulla maternità universale di Maria e sulla delicatezza della sua anima “cosmica”,) e la nocerese Carla D’Alessandro (con Maria madre dell’ascolto, una lirica meditazione poetico sulla sacrale presenza di Maria nel cuore dei fedeli). Segnalati, oltre al già citato Elio Marini (con “Ascoltaci madre, non ci abbandonare!, per un titolo che è tutto un programma…), Lucia Plateroti di Casoria (con una preghiera-ballata, Maria Madre dell’Ascolto, un cui verso, Maria madre del Sorriso, sarà utilizzato come tema del concorso il prossimo anno), Stefania Siani (emergente talento cittadino, che nel suo anno di debutto sta ottenendo successi al galoppo e che con L’ultimo vestito ha tracciato un intrigante e “conflittuale” ritratto di sua madre), Giuseppe Siani, già vincitore della prima edizione del Concorso, che con “Il viaggio” ha dipinto le vibrazioni dell’anima sospesa tra i ricordi della vita e l’attesa dell’eterno.

La consegna del Premio Silvio Albano, dedicato a testimoni attivi del Vangelo e dedicato all’indimenticabile sacerdote che tanto segno ha lasciato nella vita della Basilica, è stata l’occasione anche per commemorare la figura di Padre Raffaele Spiezie, scomparso improvvisamente quasi un anno fa, dopo anni di presenza forte e paterna all’interno della comunità filippina. Un suo ricordo, incisivo e pregnante come nello stile dell’autrice Lucia Avigliano, è stato pubblicato sull’opuscolo riepilogativo del Concorso.

Il Premio Silvio Albano quest’anno per la prima volta è stato assegnato non a singole persone, ma a due associazioni, Pietre vive e Eugenio Rossetto, di marchio “cappuccino” la prima, di origina laica la seconda, accomunate oramai da quasi vent’anni da un’azione concreta di fraternità e solidarietà a difesa degli ultimi e dei bisognosi, che ancora una volta dimostra come i valori legati alla dignità dell’uomo siano sempre portatori di ponti capaci di trapassare ogni muro. Pietre vive, diretta da Rita Cardone e fondata a suo tempo con Padre Giuseppe Celli, dopo un’azione pionieristica in Africa dell’Architetto Carmine Timpone, rivolge la sua opera, oltre che sul territorio metelliano e dintorni, anche e soprattutto in una provincia del Congo a sostegno dell’azione missionaria della Comunità cappuccina e di Padre Giuseppe Caso, costante “ponte” di riferimento nel corso dell’anno. L’Associazione Eugenio Rossetto è da sempre attenta ai problemi degli stranieri sul territorio ed all’accoglienza dei migranti, per iniziativa del Presidente Ferdinando Castaldo D’Ursi e di un gruppo di famiglie, ha cominciato la sua opera circa vent’anni fa promuovendo l’ospitalità di profughi, soprattutto bambini, provenienti dai campi profughi della Croazia in guerra. Insieme, le due associazioni stanno partecipando, sotto la guida della comunità cappuccina, ad una cordata di sostegno all’accoglienza ed all’integrazione di una famiglia siriana, anch’essa profuga dalla guerra.

Alla fine della premiazione, abbraccio generale con i giurati-lettori di VersoCava presenti o assenti (Maria Alfonsina Accarino, Lucia Antico, Lucia Criscuolo, Maria Teresa Kindjarsky D’Amato, Emanuele Occhipinti, Rosanna e Teresa Rotolo, Anna Maria Violante e lo scrivente Franco Bruno Vitolo, che ha fatto anche da conduttore). Quindi, tutti uniti prima intorno alle classiche foto ricordo, e poi accanto a un succulento buffet.

A detta di tutti i presenti, è stata una serata “bella dentro”, baciata dall’amore, dall’amicizia e dalla solidarietà. Una serata ricca di quel sorriso del cuore al quale sarà dedicata la prossima edizione. Attendiamolo allora con un sorriso, quel sorriso del 2018. Con l’augurio naturalmente che per i turbolenti accadimenti della vita ci sia tanto da sorridere e poco da piangere …